Pensionamento anticipato: cosa deve sapere
Un pensionamento anticipato non è certo a buon mercato. Tuttavia, scegliere di abbandonare la vita lavorativa prima del dovuto può rivelarsi proficuo se si pianifica tale opzione a tempo debito. Gli argomenti legati a un pensionamento anticipato sono il finanziamento degli anni che mancano all'età ordinaria di pensionamento e l'armonizzazione di primo, secondo e terzo pilastro.

Michael Imbach
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A quanti anni è possibile andare in pensione anticipata?
La maggior parte delle casse pensioni autorizza la riscossione delle prestazioni di vecchiaia già a partire da 58 o 60 anni. Oggi è possibile percepire la rendita AVS uno o due anni prima dell’età di pensionamento ordinaria. Pertanto, gli uomini possono percepire la rendita già dai 64 o 63 anni, le donne dai 63 o 62 anni.
Con la riforma AVS, approvata dalla popolazione svizzera il 25 settembre 2022, l’età di pensionamento ordinaria delle donne sarà aumentata gradualmente da 64 a 65 anni – a partire presumibilmente dal 2025. Sia uomini che donne continueranno ad avere la possibilità di anticipare la rendita fino a due anni ma in modo più flessibile. Oggi, infatti, l’anticipo si estende su tutto l’anno, mentre la riforma consente anche periodi più brevi come singoli mesi. Inoltre sarà possibile scegliere di percepire in un primo tempo solo parte della rendita (dal 20 all’80 percento), rinviando il resto.
Tale flessibilità è garantita già oggi da molte casse pensioni nell’ambito di un pensionamento anticipato. Ad esempio: chi a 63 anni riduce il suo grado di occupazione dal 100 al 70 percento può prelevare presso diverse casse pensioni il 30 percento del suo avere del secondo pilastro. Con l’entrata in vigore della riforma AVS, tutte le casse pensioni avranno l’obbligo di autorizzare tale opzione.
Come ovviare alle lacune reddituali
Percepire le prestazioni di cassa pensioni in anticipo si traduce in un capitale di vecchiaia più contenuto rispetto a quello relativo a un pensionamento in età ordinaria, in quanto verranno a mancare gli anni di contribuzione e gli accrediti di interesse. Inoltre, si riduce l’aliquota di conversione con la quale gli averi vengono convertiti in una rendita a vita. Le casse pensioni riducono l’aliquota solitamente di 0,15-0,2 punti percentuali per anno di anticipo. Pertanto, chi smette di lavorare due anni prima dell'età di pensionamento ordinario, rinuncia a ben oltre il 10 percento di rendita.
Anticipare di un anno la riscossione della rendita AVS comporta una riduzione della stessa del 6,8 percento. Un prelievo anticipato di due anni equivale a una riduzione del 13,6 percento. Pertanto, andare in pensione in anticipo conviene solo con un’aspettativa di vita relativamente bassa. Inoltre, percepire la rendita in anticipo fa aumentare i contributi AVS anche delle persone che vanno in pensione anticipatamente (maggiori informazioni a seguire).
La riforma AVS prevede che la rendita per un prelievo anticipato, ad esempio di un anno, venga presumiblmente ridotta solo del 4,0 percento invece che del 6,8 percento. Alle donne della generazione di transizione (probabilmente quelle nate tra il 1961 e il 1969) si applicano tassi di riduzione ancora più bassi. Il Consiglio federale deve ancora stabilire esattamente l’entità dei tassi di riduzione e la loro entrata in vigore.
Molte casse pensioni offrono a chi opta per il pensionamento anticipato una rendita transitoria , con cui evitare la riscossione anticipata della rendita AVS. Una rendita transitoria è vantaggiosa soprattutto se il datore di lavoro partecipa al suo finanziamento o se si ha un’aspettativa di vita molto ridotta. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, chi sceglie questa opzione deve finanziarla personalmente con detrazioni dal proprio avere di cassa pensioni.
Il modo migliore per colmare il divario di reddito tra pensionamento anticipato e pensionamento ordinario è, se possibile, il risparmio privato, come l’avere del pilastro 3a o di libero passaggio, che in genere può essere prelevato fino a cinque anni prima del raggiungimento dell’età di pensionamento AVS. Altrettanto indicato è l’avere di assicurazioni sulla vita in capitale, a patto che vengano liquidate durante il pensionamento anticipato. Una disdetta anticipata della polizza spesso non conviene, perché determina una perdita del valore di riscatto.
A seconda dei casi, si può anche aumentare l’ipoteca e utilizzare questo denaro per ovviare alla lacuna di reddito. Tuttavia, alle persone più anziane molte banche negano l’aumento dell’ipoteca per via della sostenibilità finanziaria.
Devo continuare a versare contributi AVS anche dopo il pensionamento anticipato?
L’obbligo contributivo termina solo una volta raggiunta l’età AVS ordinaria: 65 anni per gli uomini, 64 anni per le donne. Chi va in pensione in anticipo deve pertanto continuare a versare contributi all’AVS. La cassa di compensazione calcola l’importo dovuto per chi non esercita più attività lucrativa sulla base del capitale e del reddito della rendita.
Se il patrimonio di un prepensionato non coniugato ammonta, ad esempio, a 500’000 franchi e il suo reddito da rendita annuo a 75’000 franchi, dovrà versare 4378 franchi l’anno all’AVS. A ciò si aggiungono costi amministrativi fino al 5 percento, a seconda della cassa di compensazione.
Importante: i prepensionati non vengono sollecitati automaticamente dall’AVS a versare i contributi. Devono pertanto registrarsi presso l’ufficio di competenza del loro comune di residenza se non vogliono rischiare lacune reddituali che riducono la rendita. Inoltre, l’AVS potrebbe esigere i contributi degli ultimi cinque anni se rileva mancanze – inclusi gli interessi di mora, fino al 5 percento.
Chi sceglie un pensionamento graduale o dopo il pensionamento anticipato svolge delle attività part-time, può risparmiare sui contributi AVS. L’obbligo contributivo è in genere soddisfatto con i contributi AVS del reddito lavorativo ridotto – anche di quello del partner.
Quanto costa un pensionamento anticipato?
I costi di un pensionamento anticipato a 64 anni corrispondono a quasi un anno di stipendio. Viene di fatto a mancare il reddito di un anno intero, al netto delle imposte sul reddito più basse e dei contributi AVS delle persone senza attività lucrativa. Questi ultimi vanno pagati fino all’età AVS ordinaria. Inoltre, a seguito dell’anticipo, si riducono la rendita AVS e quella di cassa pensioni – a vita.
Se un uomo non coniugato sceglie di andare in pensione anticipata a 64 anni anziché a 65, il pensionamento gli costerà circa 92'000 franchi (tabella); a 62 anni, circa 273'000 franchi.
Riscatto CP per la pensione anticipata
Sempre più casse pensioni offrono la possibilità di compensare la riduzione delle prestazioni in caso di prepensionamento con riscatti volontari. Gli assicurati che hanno già effettuato versamenti facoltativi in cassa pensioni per le prestazioni regolamentari complete possono versare anche riscatti supplementari.
Tuttavia, le prestazioni di vecchiaia complementari possono superare per entità quelle del pensionamento ordinario al massimo del 5 percento. Si tratta di un limite che viene comunque superato se si lavora più a lungo del previsto. Rinviando il pensionamento si ha un doppio vantaggio: proseguimento del versamento dei contributi nella cassa pensioni e aumento dell’aliquota di conversione delle rendite.
Chieda alla sua cassa pensioni cosa succede con il capitale versato in più prima di eseguire uno o più riscatti. Di norma, questo resta alla cassa pensioni stessa.
Quanto è diffuso il pensionamento anticipato?
A prendere in considerazione un pensionamento anticipato è quasi uno svizzero su due. Che il pensionamento anticipato non resti solo una chimera lo dimostrano le cifre fornite dall’Ufficio federale di statistica.
Una ulteriore fonte di finanziamento può essere anche la casa di proprietà: si può aumentare il debito ipotecario e utilizzare il denaro per colmare la lacuna reddituale. Molte banche tuttavia negano ai più anziani l’aumento dell’ipoteca. Il motivo addotto è la scarsa sostenibilità. E questo anche se i titolari riuscirebbero a far fronte a un’ipoteca più elevata, grazie a tassi ipotecari particolarmente bassi.
Pensionamento parziale: la valida alternativa al pensionamento anticipato
Già oggi, molte casse pensioni consentono di ridurre gradualmente la propria percentuale lavorativa nell’ambito di un pensionamento parziale e di prelevare anticipatamente l’avere di vecchiaia da 58 o 60 anni nella misura pari a tale riduzione. Non appena entrerà in vigore la riforma dell’AVS, tutte le casse pensioni dovranno offrire questa opzione almeno a partire da 63 anni, adottando così il regolamento ora applicato anche all’AVS.
Il pensionamento graduale costa molto meno del pensionamento anticipato. Ad esempio: andando in pensione a 63 anni, un uomo con uno stipendio annuo di 120’000 franchi deve fare i conti con tagli alla rendita di circa 160’000 franchi. Tuttavia, se riduce la percentuale di lavoro al 50 percento, il taglio ammonta a circa solo un quarto (cfr. tabella seguente), a prescindere dal fatto che l’uomo continui a percepire lo stipendio ridotto per due anni dopo il pensionamento parziale.
Il pensionamento parziale può essere vantaggioso anche dal punto di vista fiscale, perché si possono versare contributi più a lungo nel pilastro 3a. E se si riscuote il proprio avere previdenziale a scaglioni, si risparmia ancora di più sulle imposte.
Legga regolarmente i nostri consigli su AVS, cassa pensioni e 3° pilastro:
Costretti al pensionamento anticipato per aver perso il lavoro
In caso di ristrutturazione, le imprese tendono a ridurre l’effettivo proponendo ai collaboratori più anziani un pensionamento anticipato. Gli interessati devono verificare attentamente tutte le opzioni per il loro avere di cassa pensioni, per non dover subire perdite di reddito troppo elevate durante il pensionamento. A seconda delle circostanze possono restare assicurati nella stessa cassa pensioni, andare in prepensionamento o trasferire l’avere di vecchiaia su un conto di libero passaggio.
Alcuni datori di lavoro ammortizzano le conseguenze finanziarie di un pensionamento anticipato involontario con una indennità di uscita. A seconda dei casi, può convenire, da un punto di vista fiscale, versare l’indennità di uscita.