Pensionamento

Licenziati poco prima del pensionamento: cosa fare con la cassa pensioni?

Essere licenziati in età avanzata può avere conseguenze pesanti sulla previdenza. Per evitare perdite eccessive, chi vive una situazione simile deve fare la scelta giusta in ambito di cassa pensioni.

Dino Giuliani
Esperto in pensionamento

Chi viene licenziato dopo il 58° anno di età può, per legge, rimanere nella cassa pensioni a cui aderiva già prima. Alcune casse pensioni offrono questa possibilità ai loro assicurati già a partire da 55 anni. Anche i contributi del datore di lavoro dovranno però essere pagati, in futuro, dal lavoratore.

Scheda informativa

Tutto quanto c’è da sapere su AVS e pensionamento

Questa scheda informativa sintetizza in modo chiaro i punti cardine del complesso sistema AVS.

Se questa opzione è troppo costosa, si può scegliere di proseguire solo l’assicurazione contro il rischio di decesso e invalidità e sospendere il risparmio di vecchiaia. Così facendo, i premi diminuiscono, ma anche le prestazioni di vecchiaia. Alcune casse pensioni offrono anche la possibilità di definire il salario assicurato – che costituisce la base di calcolo delle prestazioni assicurative – a una cifra inferiore.

Proseguire l’assicurazione è consigliabile soprattutto per i lavoratori licenziati che desiderano percepire il loro avere di cassa pensioni sotto forma di rendita, qualora non trovassero più un altro posto di lavoro. Se proseguono i versamenti alla cassa pensioni per più di due anni, di norma non potranno più effettuare prelievi di capitale, anche solo parziali.

Libero passaggio o pensionamento anticipato?

La maggior parte delle casse pensioni permette di andare in pensione in via anticipata, a 58 o 60 anni. Ovviamente, in questo caso la rendita sarà più bassa rispetto a un pensionamento ordinario. E anche le indennità giornaliere dell’assicurazione contro la disoccupazione sono inferiori, perché la rendita è calcolata come  reddito.

La terza opzione consiste nel trasferire il proprio avere di cassa pensioni in una fondazione di libero passaggio. Chi poi non trova un nuovo posto di lavoro, non può comunque più percepire l’avere di vecchiaia sotto forma di rendita, perché le fondazioni di libero passaggio versano l’avere solo in un unico importo. In compenso si può decidere come investire il proprio denaro. Con le fondazioni di libero passaggio VZ, ad esempio, la scelta spazia da strategie d’investimento conservative (senza azioni) a soluzioni orientate alla crescita (con una quota azionaria dell’85 percento).

Inoltre, suddividendo il proprio avere di vecchiaia e trasferendolo a due fondazioni di libero passaggio, si pagheranno meno tasse, perché in questo modo i due patrimoni potranno essere prelevati a scaglioni in anni diversi. Un altro modo per risparmiare sul fisco è posticipare il più possibile la riscossione degli averi. Gli interessi e i dividendi maturati sugli averi investiti in una fondazione di libero passaggio non sono infatti tassati come reddito; in più l’avere non è neppure assoggettato all’imposta sulla sostanza. Gli uomini possono posticipare il prelievo dell’avere di libero passaggio fino al massimo al 70 anni, le donne fino a 69.