Pensionamento

Licenziati poco prima del pensionamento: cosa fare con la cassa pensioni?

Essere licenziati in età avanzata può avere conseguenze pesanti sulla previdenza. Per evitare perdite eccessive, chi vive una situazione simile deve fare la scelta giusta in ambito di cassa pensioni.

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Dino Giuliani

Posizione Esperto in pensionamento

Aggiornato in data

24 novembre 2025

Chi viene licenziato dopo il 58° anno di età può, per legge, rimanere nella cassa pensioni a cui aderiva già prima. Alcune casse pensioni offrono questa possibilità ai loro assicurati già a partire da 55 anni. Anche i contributi del datore di lavoro dovranno però essere pagati, in futuro, dal lavoratore.

Se questa opzione è troppo costosa, si può scegliere di proseguire solo l’assicurazione contro il rischio di decesso e invalidità e sospendere il risparmio di vecchiaia. Così facendo, i premi diminuiscono, ma anche le prestazioni di vecchiaia. Alcune casse pensioni offrono anche la possibilità di definire il salario assicurato – che costituisce la base di calcolo delle prestazioni assicurative – a una cifra inferiore.

Proseguire l’assicurazione è consigliabile soprattutto per i lavoratori licenziati che desiderano percepire il loro avere di cassa pensioni sotto forma di rendita, qualora non trovassero più un altro posto di lavoro. Se proseguono i versamenti alla cassa pensioni per più di due anni, di norma non potranno più effettuare prelievi di capitale, anche solo parziali.

Libero passaggio o pensionamento anticipato?

La maggior parte delle casse pensioni permette di andare in pensione in via anticipata, a 58 o 60 anni. Ovviamente, in questo caso la rendita sarà più bassa rispetto a quella di un pensionamento ordinario. E anche le indennità giornaliere dell’assicurazione contro la disoccupazione sono inferiori, perché la rendita è calcolata come  reddito.

Se, dopo aver perso il lavoro in età pensionabile, si dimostra di essere alla ricerca di un nuovo impiego, è possibile trasferire il proprio avere della cassa pensioni a una fondazione di libero passaggio. Chi non riesce a trovare un nuovo impiego non può però percepirlo come rendita, poiché le fondazioni di libero passaggio versano l’avere solo in un’unica soluzione. In compenso, è possibile decidere autonomamente come investire il denaro. Le fondazioni di libero passaggio VZ, ad esempio, offrono una scelta che spazia da strategie d'investimento conservative senza azioni a strategie orientate alla crescita con una quota azionaria  del 90 percento.

Inoltre, suddividendo il proprio avere di vecchiaia e trasferendolo a due fondazioni di libero passaggio, si pagheranno meno tasse, perché in questo modo i due patrimoni potranno essere prelevati a scaglioni in anni diversi. Un altro modo per risparmiare sul fisco è posticipare il più possibile la riscossione degli averi. Gli interessi e i dividendi maturati sugli averi investiti in una fondazione di libero passaggio non sono infatti tassati come reddito; in più l’avere non è neppure assoggettato all’imposta sulla sostanza. 

Il prelievo dell’avere di libero passaggio può essere rinviato fino a cinque anni dopo il raggiungimento dell’età di riferimento. A partire dal 2029, tuttavia, un differimento sarà possibile solo per le persone che lavorano in età pensionabile. I pensionati che non percepiscono più un reddito da lavoro dovranno farsi versare il loro avere di libero passaggio al più tardi in quel momento.

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