Molti lavoratori part-time hanno lacune previdenziali
Chi lavora a tempo parziale spesso dispone di una copertura insufficiente per il periodo successivo al pensionamento. Tuttavia, esistono alcune possibilità per colmare queste lacune.

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Lavorare a tempo parziale può comportare perdite significative nella rendita di vecchiaia. Le donne sono particolarmente colpite, poiché sono spesso loro ad avere un grado di occupazione ridotto, guadagnando quindi meno e contribuendo in misura minore alla propria previdenza per la vecchiaia. Chiunque lavori a tempo parziale dovrebbe prestare particolare attenzione ai seguenti aspetti.
AVS
Solo chi ha un periodo di contribuzione ininterrotto e un reddito medio annuo di 90’720 franchi riceverà la rendita massima mensile di 2520 franchi. I lavoratori a tempo parziale difficilmente riescono a raggiungere questa soglia e spesso ricevono la rendita minima AVS di 1260 franchi al mese.
È obbligatorio versare almeno 530 franchi all’anno all’AVS. Chi si occupa di figli o parenti che necessitano di cure può richiedere gli accrediti per compiti educativi o assistenziali.
Consiglio: se mancano dei contributi, la rendita AVS sarà ridotta. Si informi al più presto per verificare se questo è il suo caso. I contributi mancanti possono essere versati retroattivamente entro cinque anni per integrare la rendita. Può ordinare il suo certificato personale presso la Cassa di compensazione AVS o online.
Previdenza professionale
Molti lavoratori a tempo parziale presentano lacune anche nella previdenza professionale, principalmente per due motivi:
- Esiste una cosiddetta “soglia d’ingresso”: solo chi guadagna almeno 22'680 franchi all’anno è assicurato nella cassa pensioni tramite il proprio datore di lavoro.
- La deduzione di coordinamento, attualmente pari a 26'460 franchi, è determinante per calcolare l’importo dei contributi e della rendita della cassa pensioni. Questa deduzione viene sottratta dal reddito per determinare il salario assicurato. Ad esempio, a chi guadagna 40'000 franchi all’anno, saranno assicurati solo 13'540 franchi (40’000 meno 26'460 franchi).
In molti casi, e a seconda del datore di lavoro e della cassa pensioni, la deduzione di coordinamento viene applicata integralmente anche a chi lavora a tempo parziale. Questo si traduce in contributi e rendite più bassi. È per questo motivo che la previdenza professionale di molte donne risulta insufficiente.
Consiglio: alcune casse pensioni più "al passo coi tempi" adattano la deduzione di coordinamento al grado di occupazione. Questo porta a un salario assicurato più elevato, a contributi maggiori versati alla cassa pensioni e, di conseguenza, a prestazioni migliori. Se è alla ricerca di un nuovo lavoro a tempo parziale, si informi su quanto l’istituto di previdenza del potenziale datore di lavoro sia favorevole al lavoro part-time. Inoltre, approfitti delle possibilità di versare contributi volontari nella cassa pensioni: in questo modo, potrà migliorare la sua previdenza e risparmiare anche sulle imposte.
Pilastro 3a
Un’altra possibilità per colmare le lacune previdenziali è rappresentata dal terzo pilastro. Chi percepisce un reddito soggetto ai contributi AVS può versare nel pilastro 3a. I lavoratori a tempo parziale che sono affiliati a una cassa pensioni possono versare un massimo di 7258 franchi all’anno. Per chi invece non è affiliato a una cassa pensioni, il versamento può corrispondere al 20 percento del reddito annuo, fino a un massimo di 36’288 franchi.
Consiglio: se le è possibile, versi l’importo massimo consentito o almeno una parte di esso. Potrà dedurre questi contributi nella dichiarazione d’imposta, risparmiando così sulle tasse. Per sapere quanto potrà ridurre la sua fattura fiscale, può utilizzare il calcolatore online di VZ.
Vuole conciliare il lavoro a tempo parziale con una previdenza adeguata? Ordini la scheda informativa gratuita oppure fissi un appuntamento non vincolante con un esperto nella succursale VZ a lei più vicina.