Lavorare oltre l’età pensionabile: cosa tener presente?
Sempre più lavoratori decidono di rinviare il pensionamento. Prolungare la vita professionale comporta infatti vantaggi economici non indifferenti.

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In genere, le persone attive in età di pensionamento hanno diritto a mantenere la propria cassa pensioni – al più tardi fino a 70 anni. In questo modo aumentano le loro prestazioni di vecchiaia. Anche riscatti volontari, deducibili fiscalmente, continuano a essere possibili. Chi desidera prelevare il proprio avere di cassa pensioni o una parte di esso sotto forma di capitale, dovrebbe effettuare i riscatti del caso al più tardi tre anni prima della data prevista per il pensionamento.
Legga regolarmente i nostri consigli su AVS, cassa pensioni e 3° pilastro:
Se la cassa pensioni non prevede una proroga delle prestazioni di vecchiaia, può risultare vantaggioso farsi versare almeno una parte dell’avere di cassa pensioni, in modo da evitare di aumentare inutilmente il reddito imponibile. La rendita di cassa pensioni è imponibile come reddito, al pari della rendita AVS.
Per ridurre ulteriormente le imposte si può anche posticipare il più possibile il prelievo dell’avere di libero passaggio, perché i proventi da interessi e da dividendi su un conto di libero passaggio non sono imponibili come reddito né l’avere è imponibile come patrimonio. La maggior parte delle fondazioni di libero passaggio consente di posticipare il prelievo dell’avere fino a 70 anni (69 per le donne).
Oggi, ciò vale anche se non si svolge più un’attività lavorativa. Tuttavia, nell’ambito della revisione AVS, il Consiglio Federale intende limitare tale rinvio alle persone che continuano a lavorare dopo i 65 anni.
Al raggiungimento dell’età di pensionamento AVS, se si continua a lavorare, è anche possibile continuare a versare i contributi nella previdenza vincolata 3a e a dedurne l’importo dal reddito imponibile. Gli uomini possono versare al massimo fino a 70 anni di età, le donne fino a 69 anni. Senza contributi alla cassa pensioni, gli attivi professionalmente possono versare il 20 percento del loro reddito nel pilastro 3a, fino a un massimo di 35’280 franchi. Chi continua a essere assicurato con una cassa pensioni può versare fino a 7056 franchi, a prescindere dall’entità del reddito.
In generale, molti cantoni concedono una deduzione assicurativa più elevata nella dichiarazione d’imposta se non vengono più versati contributi nella previdenza di vecchiaia. In determinate circostanze, ciò rende il versamento nel terzo pilastro poco attraente.
Valutare un rinvio della rendita
Le persone attive professionalmente che non hanno la necessità economica di ricorrere alla rendita AVS a 65 anni dovrebbero considerare il rinvio della rendita. In questo modo, successivamente, si ottiene una rendita più elevata e si risparmiano imposte. Riscuotere la rendita fa aumentare il reddito imponibile e, a seconda dell’entità degli altri redditi, oltre il 40 percento della rendita AVS viene poi assorbita dal fisco.
Il versamento della prima rendita può essere posticipato fino a cinque anni. La rendita AVS di un uomo che rinvia la riscossione fino a 70 anni aumenta del 31,5 percento. Non è necessario fissare subito la durata definitiva del rinvio: alla scadenza della durata minima di un anno, si può richiedere il pagamento della rendita in qualsiasi momento.
Nel quadro della revisione dell’AVS, i supplementi di rendita vengono adeguati all’aumento dell’aspettativa di vita. Rinviando la rendita di un anno, si riceverà quindi probabilmente un supplemento del 4,3 percento (oggi è del 5,2 percento). Il Consiglio federale stabilirà con esattezza le aliquote da applicare poco prima della loro introduzione, al più presto nel 2027.
Contributi AVS su reddito, pensioni e patrimonio
Anche chi ha raggiunto l’età di pensionamento ordinaria e continua a svolgere un’attività lucrativa è tenuto a continuare a versare i contributi AVS. I contributi vengono tuttavia riscossi solo sul reddito che supera la quota esente da imposte (1400 franchi al mese o 16’800 franchi all’anno). Chi esercita attività diverse e viene remunerato separatamente per ognuna di esse può far valere la quota esente da imposte per ciascuna di queste attività. Questo vale anche, ad esempio, se si è assunti presso due datori di lavoro oppure se si gestisce parallelamente un’attività autonoma.
Oggi, questi contributi AVS non producono una rendita più elevata. In determinate circostanze, però, esonerano dall’obbligo di contribuzione il coniuge che non lavora e che non ha ancora raggiunto l’età AVS. Per le persone senza attività lucrativa i contributi sono determinati dal patrimonio e dal reddito della rendita e possono ammontare fino a 25’700 franchi all’anno a persona. Se il coniuge con attività lucrativa versa almeno 1028 franchi di contributi AVS all’anno, decade l’obbligo di contribuzione del partner senza attività lucrativa.
Ora, la revisione dell’AVS prevede che anche i contributi versati dopo i 65 anni vadano a costituire risparmio ai fini della rendita, nella misura in cui non sia ancora stata raggiunta la rendita massima.