Pensionamento

Pensionamento: questi sono i timori più grandi degli svizzeri

Finanziariamente sembra essere tutto a posto. Eppure, tanti svizzeri vengono presi dal panico in vista del pensionamento.

Michael Imbach
Responsabile VZ Ticino
Pubblicato in data
02 Febbraio 2024

Tanti dipendenti o liberi professionisti, fintanto che lavorano, vivono nella convinzione di riuscire a finanziare la loro vecchiaia senza problemi. Però, non appena si avvicina la pensione, cominciano ad essere assaliti da dubbi e ansie. È quanto emerge da migliaia di incontri con singoli e coppie consigliati dagli esperti VZ.

Scheda informativa

Lista di controllo per il pensionamento

Questa scheda informativa sintetizza e fornisce i principali aspetti da considerare nella pianificazione del proprio pensionamento.

Quanto denaro ho e per quanto basterà? Tanta ansia non ha ragion d’essere se si agisce per tempo.  Perché è ovvio: ciò che ci si può permettere nella vecchiaia lo si decide già anni prima del pensionamento.  Quali sono le ansie più grandi che assillano gli svizzeri?

Le rendite sono troppo basse

In molti temono di ricevere troppo poco denaro. In effetti, le rendite corrisposte da AVS e cassa pensioni solitamente coprono appena la metà dell’ultimo salario. Tuttavia, per mantenere il tenore di vita abituale serve almeno il 70–80 percento.

Consiglio: al più tardi a 50–55 anni, si faccia un’idea delle sue entrate e delle sue uscite. Solo così si possono tamponare a tempo debito gravose lacune. Calcoli un budget e metta a punto un piano finanziario che rilevi quanto denaro manca. Per avere un’idea: per colmare una lacuna reddituale di 2000 franchi al mese prima del pensionamento, sono necessari, ipotizzando un rendimento del 2 percento e un arco temporale di 25 anni, 472’600 franchi (tabella).

I miei risparmi non mi bastano

Altri invece sospettano che saranno i risparmi a non bastare. Hanno ragione a pensarlo: sono in pochi quelli che hanno costituito tanto capitale i cui utili sono sufficienti per riuscire a compensare le lacune reddituali. Ecco perché i risparmi vanno consumati solo un poco alla volta. Tale erosione va pianificata nel dettaglio, per continuare ad avere abbastanza soldi fino alla morte.

Consiglio: metta da parte un capitale con un certo anticipo – l’ideale sarebbe con un piano di risparmi in ETF e pilastro 3a. Suddivida il suo patrimonio in una parte di consumo e una di crescita. Suddivida il suo patrimonio in due parti: una destinata al consumo e l’altra al rendimento. Per la prima parte calcoli l’importo di cui ha bisogno per vivere nei primi dieci anni successivi al pensionamento. Tale denaro sarà investito a breve termine in strumenti molto sicuri e poi consumato progressivamente.  La parte del capitale, destinata al rendimento, le garantisce un reddito per i successivi dieci anni e viene investito, ad esempio, anche in azioni.

Le imposte sono troppo elevate

Anche le imposte destano parecchia preoccupazione. I pensionati pagano imposte sul reddito in parte molto elevate. Il venire meno delle deduzioni – spese professionali e contributi 3a – purtroppo sarà più che evidente nella fattura fiscale.  Si dovrebbe dunque verificare con un certo anticipo come ridurre il proprio onere fiscale in modo permanente.

Consiglio: può ridurre le imposte reddituali se versa contributi facoltativi in cassa pensioni o in più pilastri 3a. Al pensionamento potrà riscuotere tali averi in anni diversi.  Prelievi dilazionati possono in genere ridurre l’imposta sul versamento di capitale di diverse migliaia di franchi: tutto denaro in più per vivere.  Attenzione: l’onere fiscale cui sarà soggetto una volta andato in pensione viene determinato dalla modalità di prelievo degli averi di cassa pensioni, scelta diverso tempo prima dello stesso pensionamento.  Può infatti optare per la rendita, il capitale o combinare le due opzioni.  
 

La casa di proprietà non è più sostenibile

Molti temono di non potersi più permettere la casa di proprietà perché i tassi ipotecari sono aumentati e le rendite continuano a calare. Un’ipoteca è considerata sostenibile solo se tassi e spese accessorie non superano un terzo del reddito. Le banche calcolano un interesse che è molto più elevato di quello attuale. Per questo, molti proprietari di abitazioni stanno pensando di estinguere il debito ipotecario.  

Consiglio: stia attento se vuole rimborsare l’ipoteca con il capitale di previdenza. In questo modo, infatti, finisce per vincolare gli averi all’abitazione di proprietà. Ma se si rendono necessari lavori di ristrutturazione urgenti o ha bisogno all’improvviso di assistenza o di cure, rischia di ritrovarsi in ristrettezze finanziarie. Infine, dopo i 65 anni, non è così facile ottenere un rifinanziamento dalle banche: difficilmente concederanno una seconda ipoteca. Pertanto, prima di rimborsare l’ipoteca dovrebbe mettere via riserve sufficienti.   

Il partner non è protetto

Vendere la casa per riuscire a liquidare il diritto ereditario dei figli: molti genitori non vogliono che si arrivi a tanto. Per i coniugi è meglio che i figli ereditino solo quando anche il secondo genitore è deceduto.  

Consiglio: prenda delle precauzioni per evitare che il suo partner si trovi in difficoltà finanziarie.

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