Imposte

A partire dai 50 anni diventa ancora più importante risparmiare sulle imposte

Tra i 50 e i 65 anni, le imposte sulla sostanza di tanti contribuenti attivi aumentano in modo vertiginoso, poiché in questo lasso di tempo riescono a risparmiare di più. È comunque possibile organizzarsi per evitare tasse troppo elevate.

Markus Stoll
Specialista fiscale
Aggiornato in data
05 Luglio 2023

Un’indagine svolta dal Cantone di Zurigo rivela che il capitale medio imponibile cresce al rallentatore solo fino ai 50 anni. Successivamente, fino al pensionamento, il ritmo accelera. Ciò catapulta i rispettivi contribuenti nelle categorie di progressione più elevate. Perché succede questo?

  • Tante coppie sposate riescono a risparmiare di più perché magari uno dei due coniugi è tornato a lavorare a tempo pieno o i figli sono andati via di casa.
  • La maggior parte degli attivi riscuote gli averi di cassa pensioni e pilastro 3a, imponibili come sostanza.
  • Eventuali lasciti ereditari e donazioni incrementano le sostanze in tempi brevi.

Per valutare gli effetti fiscali, si prenda ad esempio una coppia sposata il cui patrimonio passa, dai 50 ai 65 anni, da 1,5 a 2,9 milioni di franchi. Tale aumento della sostanza si traduce in ben 6650 franchi in più all’anno in Ticino; a Ginevra, addirittura 13’480 franchi.

L’onere fiscale andrebbe dunque ridotto in modo sostanziale e duraturo. Come?

Prima del pensionamento è possibile, a seconda delle circostanze, risparmiare diverse decine di migliaia di franchi, riscuotendo gli averi accumulati nel pilastro 3a e in cassa pensioni dilazionandone i prelievi su più anni fiscali. Per farlo vi è margine sufficiente: si possono, ad esempio, ritirare gli averi 3a fino a cinque anni prima dell’età AVS ordinaria. Si può risparmiare anche molto con il prelievo a più riprese degli averi accumulati in cassa pensioni. Chi, a 63 anni, riduce il grado occupazionale dal 100 al 50 percento, può riscuotere presso molte casse la metà dell’avere previdenziale.

Scheda informativa

Pensionamento: rendita o capitale?

Questa scheda le illustra i criteri di valutazione più importanti.

Al momento del pensionamento, le coppie sposate devono valutare attentamente la forma di riscossione più redditizia: rendita, capitale o entrambe le opzioni? Quindi, definire quale importo da erogare da quale cassa. Dalla prospettiva fiscale, malgrado l’imposta sulla sostanza, il capitale è in genere più appetibile sul lungo termine. La rendita infatti è tassata al 100 percento come reddito.

Altra possibilità è un trasferimento, cambiando così domicilio fiscale. Ma la decisione di trasferirsi non va presa unicamente sulla base dei risvolti fiscali. Tra l’altro, dove le imposte sono basse, è il costo della vita ad essere più alto e a consumare i suoi risparmi. Se invece il trasferimento è in programma a prescindere, l’aliquota fiscale potrebbe rappresentare un criterio di scelta valido del nuovo luogo di residenza.

Una volta in pensione, è auspicabile investire il denaro in modo fiscalmente ottimale. Va infatti tenuto presente che gli interessi attivi maturati da conti e obbligazioni sono soggetti a imposte come pure i dividendi generati dalle azioni. Gli utili di capitale, vale a dire la differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita, sono in genere esentasse. 

Chi sceglie di lavorare oltre l’età AVS può incappare incappare in una trappola: infatti, se al salario si aggiungono le rendite erogate da AVS e cassa pensioni, l’onere fiscale aumenta a dismisura. E infine: una volta in pensione, in genere, si riducono anche le spese deducibili.

Consiglio: chiarisca assolutamente come poter aggirare tali trappole. A seconda della situazione vale la pena rinviare la rendita. Può anche essere interessante eseguire riscatti in cassa pensioni – alcune casse lo consentono. E chi lavora più a lungo può continuare a versare contributi nel pilastro 3a e risparmiare così sulle imposte.

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