Deposito in titoli: gli errori più frequenti
Ogni anno, diverse migliaia di investitori incaricano VZ di effettuare un’analisi indipendente sul loro deposito titoli. Gli esperti VZ rilevano sempre gli stessi errori. Ebbene: chi evita gli errori più frequenti incide massicciamente sulla riuscita dei propri investimenti.

Raccomandare l’articolo
Commissioni elevate
La maggior parte degli investitori trascura le commissioni. Già solo piccole differenze di commissioni sul lungo termine finiscono per incidere significativamente sull’andamento del patrimonio.
Con un rendimento netto del 2 percento all'anno, un deposito di 500'000 franchi cresce di circa 110'000 franchi in dieci anni. Se grazie a spese più basse il rendimento netto sale al 2,5 percento, il deposito arriva a fruttare in questo periodo 31'000 franchi in più. Dopo 20 anni questa differenza è salita a oltre 76'000 franchi.
Chi detiene, compra o vende titoli dovrebbe scegliere una banca più conveniente. Nonostante i costi di trasferimento, spesso questo investimento ripaga già nel primo anno. A prescindere di quanto sia attivo in termini di negoziazioni: da VZ paga commissioni nettamente inferiori rispetto ad altre banche svizzere.
Rischi elevati
Molti investitori corrono rischi eccessivi rispetto alla capacità di rischio e alla propensione al rischio individuali. Qualificano ad esempio i prodotti strutturati o gli investimenti alternativi come meno rischiosi di quanto lo siano in realtà. La quota azionaria presente nel deposito è spesso troppo consistente.
Il resoconto mensile sull’andamento dei mercati finanziari:
Strategia sbagliata
Il rendimento di un deposito titoli dipende per circa il 70 percento da come il patrimonio è suddiviso. Vale a dire: in azioni, obbligazioni, immobili e altre categorie d'investimento. Adeguamenti tattici, come la riduzione tempestiva della quota azionaria, possono incidere per circa il 20 percento sulla riuscita dell'investimento, mentre la scelta dei titoli solo per circa il 10 percento. Ciononostante, molti investitori si concentrano esclusivamente sulla ricerca di titoli che promettono rendimenti elevati.
Decisioni dettate da fattori emotivi
Molti investitori acquistano e vendono titoli seguendo l’istinto – il che spesso si rivela sbagliato. Chi anziché basarsi su sensazioni segue regole intelligenti, nel lungo periodo realizzerà rendimenti superiori.


Consulenza sui depositi: per investitori che vogliono decidere in autonomia
Scarsa diversificazione
Praticamente tutti i depositi analizzati sono troppo poco diversificati. Presentano pertanto rischi di concentrazione – ovvero quote troppo alte di singoli titoli, settori o mercati. Oppure manca un’ulteriore diversificazione tramite l’adozione di diverse strategie d’investimento. Depositi di questo tipo possono perdere rapidamente valore se i prezzi di azioni, obbligazioni e immobili crollano contemporaneamente, come è avvenuto durante la crisi finanziaria del 2008.
Prodotti di scarsa qualità
Nella maggior parte dei depositi si riscontra una quota eccessivamente alta di prodotti gestiti direttamente dalle banche. Molti consulenti bancari raccomandano prodotti finanziari propri, perché su di essi guadagnano di più rispetto ai prodotti della concorrenza. Tuttavia, tali prodotti possono spesso generare rendimenti mediocri. Anche la presenza nei depositi di prodotti strutturati risulta essere spesso tropo elevata. I loro rischi sono difficilmente stimabili e le spese spesso eccessive.
Gestione poco oculata
Molti investitori trascurano la gestione dei loro investimenti in obbligazioni. Investono di frequente in pochi titoli individuali, per di più provenienti prevalentemente dallo stesso settore. E spesso, le obbligazioni non sono ben scaglionate, hanno tutte una scadenza a breve termine. A seconda della situazione di mercato, è meglio orientarsi piuttosto a scadenze più lunghe e ridurre il rischio di reinvestimento, ottimizzando lo scadenziario. In molti depositi inoltre la quota di obbligazioni in valute estere è eccessivamente alta. Questi investimenti risentono delle forti oscillazioni dei corsi di cambio.

