Successione

Usufrutto e diritto di abitazione

Anziché regalare un importo in denaro o un immobile, si può trasferire a una persona anche solo l'usufrutto.

Isabella Tarchini
Esperta in successione

L’usufruttuario può usare questa parte del bene patrimoniale e tenersi i profitti da essa generati: per i titoli ad esempio, gli interessi e i dividendi; per le proprietà immobiliari, i redditi locativi. L’usufruttuario deve anche farsi carico delle spese per la manutenzione e della gestione della cosa, degli interessi per i debiti e delle imposte.

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Dato che però l’usufruttuario non è il proprietario, non può ridurre il patrimonio – ad esempio, vendendolo. I proprietari di un bene patrimoniale su cui grava un usufrutto vitalizio possono disporne liberamente solo dopo il decesso dell’usufruttuario. Il diritto di abitazione è una forma limitata di usufrutto. Chi ha diritto di abitazione in una proprietà immobiliare, può abitarla in prima persona ma non affittarla a terzi – come può fare invece un usufruttuario.

Il titolare del diritto di abitazione deve far fronte solo ai costi di manutenzione e pagare le imposte sul valore locativo inteso quale reddito. A differenza del normale usufrutto, il proprietario della proprietà immobiliare deve pagare gli interessi ipotecari e i premi assicurativi.

Le porzioni legittime non possono essere soggette a usufrutto. Un’eccezione a questa regola si applica quando si vuole favorire il coniuge.

Il trasferimento di proprietà di un immobile in combinazione con un diritto di usufrutto o un diritto di abitazione può ridurre in modo significativo le imposte di successione e di donazione. Queste, in alcuni cantoni, sono di fatto molto elevate, soprattutto per chi non è parente stretto o che non ha alcun legame di parentela, come ad esempio il partner convivente.