Il fallimento di una banca americana fa temere un disastro su larga scala
Come si sviluppa la congiuntura globale? Quali impulsi prevalgono sui mercati azionari e obbligazionari? L’analisi mensile di Christoph Sax, Chief Investment Officer, aggiornata al 15 marzo 2023.

Christoph Sax
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Negli ultimi giorni, l’umore sui mercati finanziari si è notevolmente deteriorato. Con la bancarotta a sorpresa della Silicon Valley Bank (SVB), le speranze che il ciclo di rialzo dei tassi della Fed proceda senza conseguenze sul sistema finanziario si sono fortemente affievolite. Tanto più che anche le banche di criptovalute Silvergate e Signature hanno dovuto chiudere i battenti.
I titoli bancari hanno subito forti perdite, soprattutto quelli degli istituti statunitensi più piccoli. Si è temuto un crollo dell’intero sistema bancario. Ciò pone la Banca centrale americana (Fed) di fronte a nuove circostanze nel suo percorso di rialzo dei tassi d’interesse direttori. Infatti, difficilmente potrà continuare ad inasprire la politica monetaria se costretta a salvare ulteriori banche.
La Fed ha fornito liquidità alla SVB per evitare ulteriori vendite forzate di attivi patrimoniali. Allo stesso tempo, il Tesoro degli Stati Uniti ha avviato una procedura di tutela generale degli averi dei clienti, perché la garanzia statale dei depositi avrebbe coperto solo il 10 percento circa dei fondi dei clienti. Tuttavia, queste importanti misure di rafforzamento della fiducia creano un problema di incentivo al rischio: gli investitori credono ancora una volta di essere al sicuro sapendo che lo Stato verrà in loro aiuto, se necessario.
Banche europee più solide
Non si può escludere che altri istituti, più piccoli o di nicchia, si ritrovino in difficoltà. Tuttavia, a oggi, il timore di una crisi finanziaria è esagerato. I grandi istituti hanno basi più solide di SVB e possono quindi assorbire meglio eventuali perdite di corso sui propri investimenti.
Le banche europee hanno anche molte eccedenze di liquidità, custodite presso la banca centrale. Grazie alla garanzia di questi margini, non sarebbero costrette a vendere immediatamente parte dei loro attivi patrimoniali in caso di deflussi di capitale. Per molte banche, gli effetti positivi dell’aumento dei tassi di interesse potrebbero addirittura prevalere: non pagano più interessi negativi sui depositi presso le banche centrali e applicano tassi di interesse più elevati sui crediti concessi.
Come reagisce la Fed?
La domanda decisiva ora è: la Federal Reserve abbandonerà il suo percorso di inasprimento della politica monetaria? I futures sui tassi d’interesse indicano una notevole diminuzione delle aspettative. Il 7 marzo, gli operatori di mercato prevedevano ancora che il picco del tasso direttore della Fed sarebbe stato toccato al 5,64 percento. Attualmente, le previsioni parlano di un picco al 4,76 percento, ovvero il livello attuale. Il rendimento dei titoli di Stato USA a due anni è calato di oltre un punto percentuale nel giro di una settimana. Alla luce della buona situazione congiunturale negli Stati Uniti e del limitato rischio di contagio verso altre banche, la Fed potrebbe probabilmente aumentare ancora leggermente il proprio tasso d’interesse direttore, ma dovrebbe comunque agire con molta cautela. Questo darebbe a sua volta nuovo slancio alle azioni, una volta che la situazione si sarà un po’ calmata.
Conclusioni
- Il crollo della SVB crea incertezza sui mercati.
- Tuttavia, a oggi, il timore di una crisi di sistema sembra scongiurato.
- La Fed dovrebbe proseguire con l’aumento dei tassi con maggiore cautela.
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