I più grandi errori nell’investire in azioni
Gli investitori possono commettere molti errori nell’investire in azioni: non hanno una strategia, comprano e vendono troppo frequentemente e diversificano male i loro investimenti. Ecco una panoramica sui cinque errori più comuni.

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1. Mancanza di una strategia d’investimento
Molti investitori prendono decisioni senza una strategia chiara. Acquistano e vendono titoli per vari motivi e modificano la loro esposizione azionaria. A volte il loro capitale investibile è quasi interamente in azioni, altre volte hanno una quota elevata in oro o liquidità. Queste operazioni di ribilanciamento avvengono spesso in modo disorganizzato, basandosi su ipotesi vaghe su opportunità e rischi futuri.


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Manca loro una strategia d’investimento coerente e adeguata alla propria situazione personale e finanziaria. Una strategia d’investimento definisce come distribuire il capitale tra le diverse classi di attivi, come azioni e obbligazioni. Tiene conto della capacità oggettiva e soggettiva dell’investitore di affrontare i rischi.
La capacità di rischio dipende dalla situazione finanziaria dell’investitore: chi necessita di una parte significativa del proprio capitale nel breve termine per un acquisto non dovrebbe investire, o solo in misura molto limitata, in strumenti rischiosi come le azioni. Questi criteri oggettivi vengono definiti capacità di rischio.
Non va inoltre sottovalutata la propensione al rischio dell’investitore, ovvero la sua capacità emotiva di gestire le perdite. Chi tende a vendere le proprie partecipazioni già in caso di una lieve perdita e lo fa effettivamente in caso di un calo più marcato, mostra di avere una bassa tolleranza alle perdite.
La strategia d’investimento viene solitamente determinata attraverso un questionario che include sia aspetti legati alla capacità di rischio sia alla propensione al rischio. Chi stabilisce una strategia prima di investire e la segue, può ritornarvi nei momenti difficili, evitando così reazioni impulsive e affrettate.
2. Troppi acquisti e vendite
Il proverbiale monito "Chi troppo compra e vende, si ritrova con le tasche vuote" avverte gli investitori che le commissioni di transazione possono ridurre significativamente i rendimenti.
Molti investitori cadono nella trappola dell’iperattività, cercando di trarre profitto da continue operazioni di compravendita per sfruttare al meglio le oscillazioni di prezzo. Tuttavia, reagire anche ai più piccoli movimenti di mercato porta spesso a costi elevati, che vengono sottovalutati. Per questo motivo, è importante scegliere una banca depositaria con condizioni vantaggiose.
Molti investitori pensano nel breve termine e vogliono ottenere risultati rapidi. Tuttavia, chi acquista azioni sulla base di una strategia ben definita e mira al successo nel lungo termine dovrebbe evitare di reagire impulsivamente a ogni variazione di prezzo.
3. Diversificazione insufficiente
Gli investitori spesso si concentrano su titoli con cui hanno una certa familiarità o che vengono frequentemente menzionati nei media. Questo porta spesso a investire in società svizzere e in pochi settori specifici. A prima vista, questa strategia può sembrare sicura, ma comporta un elevato rischio di concentrazione. La correzione di un singolo titolo può infatti influenzare in modo significativo l’intero portafoglio.
È più prudente distribuire il capitale investito tra diverse regioni, settori e approcci d’investimento. Se un settore subisce un crollo, altri comparti non correlati possono potenzialmente compensare le perdite.
Per chi investe in singole azioni, una diversificazione sufficiente è possibile solo a partire da una certa somma. Una soluzione più accessibile per la maggior parte degli investitori è l’uso di fondi attivi e passivi. Gli ETF e i fondi indicizzati sono generalmente più adatti agli investitori privati, poiché hanno costi inferiori ed è difficile selezionare i pochi fondi attivi realmente performanti tra l’ampia offerta disponibile.
Un portafoglio ben diversificato riduce il rischio complessivo e rende gli investimenti meno volatili, ottimizzando il rapporto tra rischio e rendimento.
4. Sovrastimare le proprie capacità
Molti investitori credono di essere più veloci e meglio informati rispetto al mercato. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le informazioni rilevanti sono già incorporate nel prezzo delle azioni e una variazione di prezzo avviene solo se le aspettative vengono superate o deluse. Un investitore privato raramente ha un vantaggio informativo rispetto agli altri partecipanti al mercato.


Analisi e monitoraggio dei fondi azionari svizzeri a gestione attiva
Inoltre, molti investitori sovrastimano la propria propensione al rischio. Pianificano di mantenere la calma in caso di calo dei prezzi, ma quando il valore dell’investimento diminuisce significativamente, spesso reagiscono in modo più emotivo del previsto. Vendere in modo affrettato e abbandonare la strategia iniziale si rivela spesso un errore costoso.
5. Fissarsi sul prezzo di acquisto
Per molti investitori, il prezzo di acquisto rappresenta il punto di riferimento principale. Qualsiasi variazione di prezzo viene confrontata con il valore iniziale, usato come un’ancora psicologica. Se un’azione scende al di sotto del prezzo di acquisto, molti investitori evitano di vendere e aspettano che il titolo torni almeno al valore iniziale. Tuttavia, questa attesa può portare a perdite ancora maggiori.
Il problema di questo costante confronto con il prezzo di acquisto e, in generale, di questa strategia è che il prezzo di acquisto non ha alcuna influenza sulla futura performance dell’investimento. Ciò che conta sono le prospettive e il potenziale di crescita del titolo.
Per una corretta valutazione, è importante analizzare la solidità dell’azienda e le sue prospettive future. Inoltre, impostare un limite di perdita (stop-loss) può proteggere da perdite eccessive.
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