Pensionamento

Pensionamento: la pianificazione "fai da te" genera gravi errori

Il pensionamento è un progetto complicato. Ipotesi errate in fase di pianificazione possono seriamente compromettere le decisioni importanti per il futuro.

Michael Imbach
Responsabile VZ Ticino
Pubblicato in data
16 Marzo 2023

AVS, cassa pensioni, imposte: in pochi hanno una visione chiara di tutto. Ciò può portare a decisioni sbagliate difficili da rettificare in seguito. Spesso, gli errori più gravi riguardano le imposte. Ecco alcuni scenari.

Inflazione

L’inflazione viene spesso dimenticata nel calcolo delle spese future. Si tratta di un grave errore, perché il denaro si esaurirà prima di quanto previsto. Oggi, chi spende 6000 franchi, fra 20 anni, considerando un tasso di inflazione annuo del 2 percento, avrà bisogno di 8’900 franchi per mantenere l’abituale tenore di vita – quasi il 50 percento in più.

Lacune reddituali

In tanti sottovalutano le lacune reddituali. Le rendite di AVS e cassa pensioni spesso coprono solo il 50 percento dell’ultimo salario percepito. Ebbene: per mantenere il proprio tenore di vita spesso serve una quota del 90 percento.

Consiglio: metta a punto, al più tardi a 55 anni, un piano finanziario che rilevi uscite, entrate e capitale e le consenta di colmare le lacune finanziarie in anticipo. Inizi a costituire un capitale con un piano di risparmio in ETF. Per colmare una lacuna di 1000 franchi al mese, al momento del pensionamento le serviranno, con un rendimento del 2 percento, 198’000 franchi da accumulare nel corso di 20 anni. Per saperne di più, legga qui.

Pilastro 3a

Alcuni dispongono di una sola soluzione 3a. Per questo motivo dovranno pagare più imposte al prelievo: il fisco conteggia tutti i prelievi di un anno, in quasi tutti i cantoni anche quelli del coniuge. Più alti sono i prelievi, maggiore sarà l’onere fiscale percentuale.

Scheda informativa

Pianificare il pensionamento da soli: gli errori più comuni

Questa scheda informativa riporta gli errori più frequenti e le modalità per evitarli.

Consiglio: i fondi 3a possono essere ritirati a partire dai 60 anni, mentre l’avere CP al momento del pensionamento. Chi dispone di più soluzioni 3a, può   scaglionare meglio il prelievo di questi fondi su più anni. Questo aiuta spesso a risparmiare decine di migliaia di franchi in imposte.

Riscatti in cassa pensioni

In molti pagano troppo presto, troppo tardi o troppo in una volta sola. I riscatti in cassa pensioni convengono spesso solo dai 50 anni e tanto più quanto più elevato è il reddito imponibile e quanto prima si riscuote nuovamente il denaro. Un altro errore è effettuare riscatti tre anni prima del pensionamento, se si vuole ritirare i risparmi come capitale. Chi non rispetta questa scadenza, deve versare le imposte arretrate risparmiate grazie ai riscatti. Inoltre, molti non riescono a ripartire nel tempo i riscatti. Finiscono così per ottenere una progressione maggiore, rischiando di farsi annullare dal fisco la detrazione per i doppi redditi.

Rendita o capitale

Al pensionamento bisogna scegliere come riscuotere i propri risparmi: rendita, capitale o una combinazione delle due opzioni? Il più delle volte, i futuri pensionati decidono troppo tardi e senza motivazioni fondate. Per un calcolo corretto vanno considerati molti aspetti.

Capitale: chi sceglie il capitale deve investirlo e consumarlo gradualmente. Molti temono di assumersi questo rischio. Tuttavia, da un confronto emerge che anche solo con un rendimento dell’1 percento, il reddito è superiore a quello di una rendita a cui si applica un’aliquota di conversione del 6 percento (tabella).

Rendita: la rendita è garantita a vita. Tuttavia, dipende dall’aliquota di conversione, che molte casse pensioni hanno già ridotto a meno del 5 percento – le rendite si assottigliano. Inoltre, la rendita viene tassata come reddito al 100 percento, il capitale invece una sola volta ad una tariffa preferenziale. Un esempio mostra: fiscalmente, il capitale è spesso la scelta migliore a lungo termine (grafico).

Doppi redditi: Da quale cassa riscuotere il capitale, da quale la rendita? Questo è un dilemma per tante coppie sposate. Molte percepiscono i risparmi per metà come rendita e per metà come capitale. Spesso non è la scelta migliore.

Consiglio: faccia calcolare ad un esperto qual è la migliore combinazione per lei. Questa dipende dal tenore di vita auspicato, dall’onere fiscale, dalla costellazione famigliare e dallo stato di salute, oltre che da un’eventuale eredità e dalle modalità di consumo del patrimonio.

Pianificazione errata

In molti si fanno consigliare dalla propria banca o assicurazione. Una pianificazione simile può essere imprecisa e incompleta. Perché?

  • Banca: una coppia perde molto denaro perché il consulente bancario le ha consigliato di riscuotere il capitale di cassa pensioni e di investirlo nei fondi della banca, costosi e poco redditizi. Tuttavia, la rendita sarebbe stata la scelta migliore per la coppia, perché la cassa pensioni dei coniugi applica un’aliquota di conversione elevata. E la moglie, molto più giovane, beneficerebbe di una rendita vedovile per un periodo più lungo.
  • Assicurazione: una coppia commuta gli averi di cassa pensioni in una rendita vitalizia dell’assicurazione. Non ne vale quasi mai la pena. Le imposte sul versamento di capitale riducono le prestazioni di rendita. Inoltre, l’aliquota di conversione di una rendita vitalizia è più contenuta. In definitiva: sebbene la rendita CP sia imponibile al 100 percento, con la soluzione assicurativa la coppia si ritrova con un reddito netto inferiore alla rendita di cassa pensioni.

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