Pensionamento

Rendite vitalizie: raramente convengono

Le assicurazioni di rendita vitalizia garantiscono ai pensionati un reddito sicuro fino alla fine dei loro giorni. Questa garanzia, però, è alquanto costosa: le rendite vitalizie, infatti, non sono vantaggiose né a livello finanziario né fiscale. Costituiscono spesso un ottimo affare soltanto per i venditori di assicurazioni.

Gianluca Pronzini
Esperto in previdenza

L’acquisto di una polizza vitalizia consente di convertire averi a risparmio in una rendita. La società di assicurazioni garantisce il pagamento della rendita concordata fintanto che la persona assicurata è in vita.

Contrattualmente, però, solo una parte della rendita è garantita. Le cosiddette eccedenze non sono invece garantite, e sono pagate in aggiunta dall’assicuratore. Le eccedenze dipendono tra l’altro dal successo con cui la società di assicurazioni amministra il denaro dei propri assicurati. Pertanto, sulle eccedenze sarebbe meglio non fare affidamento.

A livello finanziario, le rendite vitalizie non sono vantaggiose. L’acquisto di una simile assicurazione si rivela davvero vantaggiosa solo per i più longevi, che vivono a lungo oltre il pensionamento.

Scheda informativa

Pensionamento: rendita o capitale?

Questa scheda le illustra i criteri di valutazione più importanti.

Le rendite vitalizie sono poco appetibili anche dalla prospettiva fiscale. Tuttavia, a differenza delle rendite AVS o di cassa pensioni, solo il 40 percento della rendita vitalizia è imponibile come reddito (in caso di rendita pari a 20'000 franchi, la quota imponibile ammonta a 8000 franchi). Con questo 40 percento vengono tassati non solo i proventi da interessi, ma anche una parte del consumo del capitale. 

Nell’estate 2022, il Parlamento ha decretato un adeguamento della tassazione. Questo prevede che la quota imponibile venga definita in base al livello del tasso d’interesse, tendenzialmente inferiore al 40 percento. Tale modifica entrerà in vigore presumibilmente nel 2025. 

Tuttavia non si fa un buon affare prelevando il capitale della cassa pensioni e investendolo in una rendita vitalizia. L'avere della cassa pensioni è soggetto a imposta una tantum al versamento, aspetto che ne riduce la base di capitale per la rendita vitalizia. Inoltre, l’aliquota di conversione per le rendite vitalizie è nettamente inferiore rispetto a quella della cassa pensioni. Questo significa che, a parità di patrimonio, il reddito netto di una rendita vitalizia rispetto a quello di una rendita di cassa pensioni è inferiore, nonostante le rendite di cassa pensioni siano interamente soggette a imposta.

Investire personalmente e utilizzare in modo controllato i propri risparmi privati o il proprio patrimonio di cassa pensioni è più interessante dell’acquisto di una rendita vitalizia. Il potenziale di guadagno è maggiore, si pagano meno imposte e, alla fine, ne beneficiano anche gli eredi.