Pensionamento

Gli errori più frequenti in materia di pensionamento

Il pensionamento richiede decisioni di portata finanziaria notevole. Per questo è molto importante non farsi fuorviare da presupposti errati. 

Michael Imbach
Responsabile VZ Ticino
Aggiornato in data
01 Gennaio 2023

Molti pensano che la rendita AVS si percepisca automaticamente una volta raggiunta l’età di pensionamento ordinaria. Non è così: va richiesta attivamente. La domanda va inviata da sei mesi prima della data di pensionamento. In questo modo, il versamento della prima rendita avviene puntualmente.

Molto diffuso è anche l’errore in base al quale si pensa che dopo il pensionamento anticipato non si debbano più pagare contributi AVS: in realtà, l’obbligo contributivo resta vigente fino al raggiungimento dell’età AVS ordinaria. L’ammontare dei contributi dipende dal reddito della rendita annuo e dal patrimonio e può ammontare per anno e a persona fino a un massimo di 25'700 franchi.

Pertanto, percepire in anticipo la rendita AVS non esonera dall’obbligo contributivo. I contributi AVS possono essere ridotti spesso di diverse migliaia di franchi con un pensionamento graduale o un reddito a tempo parziale. Per le coppie sposate, se un coniuge è ancora attivo professionalmente, l’obbligo contributivo dell’altro, di norma, si estingue.

Imposte elevate

La maggioranza delle persone crede che pagherà meno imposte dopo il pensionamento. Il risparmio fiscale, però, è molto meno consistente di quanto si pensi.

Sebbene le entrate pensionistiche dell’AVS e della cassa pensioni siano inferiori al reddito da lavoro, scompaiono diverse detrazioni, ad esempio quelle per il terzo pilastro e per le spese professionali. Conviene pertanto, in vista del pensionamento, ottimizzare redditi e patrimonio imponibili.

I futuri pensionati possono scegliere se farsi versare il capitale di cassa pensioni o percepire la rendita a vita. La rendita della cassa pensioni è soggetta per intero all’imposta sul reddito. Il capitale invece, viene tassato una volta sola e a un’aliquota più bassa del reddito regolare.  Dopo il versamento del capitale vanno pagati solo importi contenuti, come le imposte sugli agli utili e sulla sostanza. Scegliere di riscuotere il capitale è dunque, dal punto di vista fiscale, più allettante della rendita.

Molti percepiscono la rendita pensando che in questo modo non dovranno più preoccuparsi del reddito. In un certo senso è così, le casse pensioni non possono ridurre le rendite correnti. Tuttavia, la maggior parte delle casse pensioni non prevede alcun adeguamento al rincaro. Ne consegue che il potere d’acquisto di una rendita di 5000 franchi di oggi scende, in dieci anni e con un’inflazione annua del due percento, a 4070 franchi.

Anche il capitale di cassa pensioni consente di percepire un reddito sicuro vita natural durante, se i prelievi vengono pianificati in modo scrupoloso e scegliendo per l’avere di cassa pensioni versato una strategia d’investimento adeguata.

 

Ridurre l’ipoteca con attenzione

Molti proprietari di case, quando stanno per andare in pensione, riducono l’ipoteca. Questo riduce i costi abitativi – ma aumenta l’onere fiscale, poiché dal reddito imponibile si possono dedurre meno interessi debitori.  

Un investimento più grande può inoltre portare a un nuovo fabbisogno di capitale. Le banche tuttavia spesso si rifiutano di rifinanziare l’ipoteca ai pensionati e non concedono alcun aumento del credito vigente.

Va poi detto che, se i pensionati decidono per un ammortamento sostanzioso, la loro flessibilità finanziaria si ridurrà poi parecchio. Un investimento importante o un anticipo sull’eredità genererà nuovamente un fabbisogno di capitale. Chi pensa di poter aumentare la propria ipoteca dopo il pensionamento si sbaglia. Le banche infatti respingono spesso le richieste di rifinanziamento dell’ipoteca a seguito del reddito ridimensionato dei pensionati, se l’ipoteca, in rapporto al valore venale della proprietà, è contenuta. 

Occhio alla successione legittima

Molti pensionati credono che non sia necessario fare testamento. Ma attenzione: senza disposizioni concrete il patrimonio di una persona defunta viene divisa secondo quanto previsto per legge. A seconda delle circostanze, il coniuge superstite può ritrovarsi in enormi difficoltà finanziarie. Nel peggiore dei casi sarà costretto a vendere la casa per liquidare gli altri eredi. Per agevolare al massimo il coniuge, il diritto matrimoniale e il diritto successorio offrono diverse possibilità.

Senza una pianificazione successoria a tempo debito può succedere che, a seguito della successione legittima, l’eredità venga assegnata a parenti alla lontana che la persona defunta non aveva nemmeno preso in considerazione. È il rischio di chi non ha figli, coppie non sposate e persone singole senza discendenti.