Cassa pensioni

Rating CP 2021: classifica delle migliori casse pensioni

Per le PMI, trovare la giusta cassa pensioni diventa sempre più spesso un’impresa titanica. Proprio per questo motivo, VZ valuta regolarmente l’operato di oltre 30 fondazioni collettive. L’attuale rating CP di VZ rileva nuovamente grandi differenze tra i vari istituti previdenziali.

Dario Aventaggiato
Esperto in soluzioni aziendali

Copertura e prestazioni della nostra cassa pensioni sono sufficienti? A porsi questa domanda sono molti datori di lavoro. In particolare, perché la previdenza professionale è una componente importante del pacchetto complessivo offerto dalle aziende ai propri collaboratori. Per responsabili delle CP e imprenditori è molto difficile trovare la soluzione più adeguata. Infatti, non è sempre semplice confrontare prestazioni, costi e performance, per non parlare delle numerose direttive, che rendono il tutto ancora più complesso. C’è poco da sorprendersi, quindi, se molte aziende rinviano continuamente la ricerca di una nuova cassa pensioni.

VZ analizza ogni anno l’offerta di ben 30 fondazioni di previdenza collettive e comuni con in totale oltre 1,7 milioni di assicurati, allo scopo di semplificare le valutazioni alle PMI. Ogni istituto previdenziale è valutato in base a criteri quali remunerazione dell’avere di vecchiaia, spese amministrative, aliquota di conversione, grado di copertura e rapporto tra assicurati attivi e beneficiari di una rendita. Alcuni importanti risultati del rating delle casse pensioni 2021 sono riportati qui di seguito in forma riassuntiva.

Spese amministrative

Le spese amministrative per persona assicurata sono un parametro affidabile per valutare l’efficienza della cassa pensioni. Su questo aspetto si registrano grosse differenze: cinque casse pensioni mettono in conto meno di 200 franchi a persona, con la più conveniente che fattura solo 109 franchi. La più cara fa pagare invece 811 franchi a persona. È quindi importante scegliere una cassa pensioni che riduca il più possibile questi costi. Ciò aiuta ad attenuare anche la tendenza a ridurre le aliquote di conversione delle rendite.

Remunerazione dell’avere di vecchiaia

Si riscontrano notevoli differenze anche nella remunerazione. Dal 2018 al 2020, la cassa pensioni meglio classificata remunerava l’avere di vecchiaia degli assicurati mediamente al 2,58 percento, mentre le casse pensioni peggio classificate soltanto allo 0,89 percento. A causa degli interessi composti, mezzo punto percentuale di interessi in meno ha già un impatto importante sul patrimonio e quindi sulle prestazioni di vecchiaia dell’assicurato.

Aliquota di conversione

L’aliquota di conversione ha una sensibile incidenza sulle rendite future. Tra le fondazioni collettive paragonate, l’aliquota più elevata era pari al 6,8 percento e quella più bassa al 5,17 percento. Con un avere di vecchiaia risparmiato pari a 600’000 franchi, la differenza in termini di rendita è di 9780 franchi all’anno.

Numero di pensionati

Quanti più assicurati attivi ci sono rispetto ai pensionati, tanto maggiori saranno salute e capacità di rischio della cassa pensioni. In questo importante indicatore spiccano in modo particolare due fondazioni collettive. Tuttavia, risulta piuttosto preoccupante la condizione di una cassa pensione classificatasi nelle ultime posizioni. La cassa pensioni che funge da fanalino di coda in questa classifica ha oltre la metà dei propri assicurati già pensionati. Se una cassa pensioni con così pochi assicurati attivi si trovasse in una situazione di copertura insufficiente, avrebbe enormi difficoltà a risanarsi.