Previdenza

Tanti giovani commettono un errore madornale con il pilastro 3a

L’inflazione e gli interessi bassi consumano gli averi 3a. Chi vuole sfruttare al meglio la previdenza privata dovrebbe valutare alternative alla soluzione del conto 3a.

Mattia Aspesi
Esperto in previdenza
Pubblicato in data
02 novembre 2022

I giovani hanno scoperto l’utilità del pilastro 3a. Il che è un bene, visto che, a seguito delle rendite in calo, organizzarsi con una previdenza privata sta diventando sempre più necessario. E grazie ai versamenti nel pilastro 3a si riesce anche a ridimensionare le imposte.

Tanti giovani attivi però commettono un errore madornale: certo, eseguono i propri versamenti nel terzo pilastro a cadenza regolare, ma lasciano parcheggiato il loro denaro su un conto 3a. Ora che l’inflazione è salita anche in Svizzera toccando quota 3 percento, questa soluzione non conviene proprio più, poiché il denaro depositato sul conto 3a infatti sul lungo termine perde valore.

Scheda informativa

Consigli sul pilastro 3a

Il pilastro 3a rappresenta una delle misure previdenziali più interessanti dal punto di vista fiscale. Questa scheda informativa le spiega perché. 

Cosa fare? Proprio i più giovani dovrebbero valutare l’idea di una soluzione 3a in titoli. Sul breve termine i rischi sono certamente maggiori – tuttavia è proprio per questo che si ottiene di solito un rendimento nettamente superiore rispetto al pilastro 3a.

Esempio: una donna ha scelto di risparmiare versando per 30 anni ogni anno parecchio denaro nel terzo pilastro. La scelta tra conto e soluzione in titoli si rivela determinante:

  • optando per il conto remunerato, il suo avere ammonta oggi a 237’942 franchi (tabella);
  • con una soluzione in titoli, che investe il 40 percento in azioni, l’avere cresce fino a 277’865 franchi: sono 39’923 franchi in più a quanto risparmiato sul conto;
  • ancora meglio se la soluzione in titoli scelta è conveniente. Con spese concorrenziali dello 0,8 percento, si risparmiano 57’925 franchi in più.

Consiglio: opti per costi contenuti. Oggi sono molte le banche che offrono soluzioni in titoli 3a. In genere si tratta di fondi gestiti attivamente, che costano parecchio. Tali costi hanno un effetto diretto sul rendimento: investendo il proprio denaro per dieci, venti o trenta anni, le spese si ripropongono in modo regolare e incisivo, traducendosi in mancato risparmio.   

Più adatti sono pertanto gli ETF: simili ai fondi tradizionali, investono in un grande numero di titoli, distribuendo il rischio. I costi sono tuttavia nettamente inferiori. Con la soluzione VZ ad esempio, la commissione di gestione annua ammonta a solo lo 0,68 percento – la concorrenza supera di solito l’1,5 percento.

Certo: spese contenute sono più che auspicabili per tutti, ma per i più giovani in modo particolare. In questo modo, si ottiene negli anni un rendimento superiore di diverse migliaia di franchi. E si tratta di denaro realmente messo da parte – e non "regalato" alle banche in forma di spese elevate.

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