Rating delle casse pensioni 2022: efficienza e costi sotto la lente
Tra le casse pensioni ci sono grandi differenze. L’attuale rating rileva quale remunera maggiormente gli averi e quale li amministra in modo conveniente.

Dario Aventaggiato
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Le imprese dovrebbero verificare regolarmente l’efficienza in termini organizzativi delle loro casse pensioni e quanto rendano i risparmi dei loro collaboratori. In questo modo possono ridurre i loro costi e restare datori di lavoro interessanti. Generalmente, quasi nessun titolare ha il tempo di valutare a una a una tutte le casse pensioni per procedere a un’analisi accurata e a un confronto. Pertanto, affinché gli imprenditori possano avere un’idea, VZ confronta ogni anno le cifre di riferimento più importanti di istituti e fondazioni collettive. Le conclusioni più significative riguardano i costi e la remunerazione.
Spese amministrative pro capite
Le spese amministrative per persona assicurata mostrano quanto efficientemente lavora una cassa pensioni. In questo ambito si rilevano differenze enormi. Symova, Spida, Swisscanto, FIP e ASGA figurano tra le casse più convenienti: le spese per persona assicurata oscillano tra i 124 e i 190 franchi. La cassa pensioni più costosa fattura invece 901 franchi per persona assicurata – vale a dire il 624 percento in più rispetto alla più conveniente. Tali importi comprendono i costi di gestione, le spese di marketing, pubblicità, revisione, ricorso ad esperti e indennizzi ai broker.
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Remunerazione degli averi di vecchiaia
Differenze sostanziali si rilevano anche nella remunerazione: la cassa pensioni migliore in questo ambito remunera gli averi di vecchiaia in media al 4,42 percento. La cassa peggiore, solo allo 0,77 percento. Si tratta di una differenza dell’82,5 percento: già solo lo 0,50 percento di interessi in meno provoca conseguenze enormi – causa effetto interesse composto – sul capitale previdenziale e, dunque, sulle prestazioni di vecchiaia future. Una delle ragioni di questa differente remunerazione è certamente la ridistribuzione: le casse pensioni devono ricorrere da anni agli utili degli averi dei collaboratori attivi per riuscire a sovvenzionare le rendite dei pensionati. Questo avviene perché l’entità delle rendite versate rispetto alla speranza di vita e alle aspettative di rendimento sul lungo termine risulta molto sbilanciata.
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